PDF per stampa: leggere comodi e sani
imparare dai bambini
In questo breve filmato di Irene Lyon, insegnante Feldenkrais con approccio neuroscientifico, c’è tutto ciò che serve per capire cosa ‘muove’ e cosa recupera in noi il Metodo.
Osservando i passaggi dell’apprendimento naturale della piccola Liv, possiamo seguire ogni componente del nostro stesso apprendistato originario, quel che potrete leggere proseguendo, e soprattutto quel che potrete sperimentare nelle lezioni, come i momenti di impegno, di serena calma e di gioia nella riuscita.
Quel che avviene per natura è perfetto e Moshe Feldenkrais scoprì che se vogliamo recuperare salute e mobilità dobbiamo tornare a riapprendere dalla natura della nostra primissima infanzia.
Le lezioni Feldenkrais portano nuovo equilibrio ai nostri sistemi, fisico, emotivo e mentale.
La storia personale ed ogni circostanza della quotidianità condizionano, spesso in modo disarmonico, il funzionamento del sistema nervoso e di tutti i processi della persona. Ma quando ci permettiamo di porre attenzione a noi stessi e di lasciar andare ogni componente inutile, uno stato particolare si fa strada in noi attraverso l’esplorazione del movimento e crea le condizioni affinché il cervello possa elaborare e scegliere nuovi percorsi di crescita sempre più coerenti per la nostra salute.
Un importante quadro d’insieme in cui si tratta non solo del funzionamento del Metodo, è nel già citato bellissimo capitolo dal best seller ‘Le guarigioni del cervello’ di Norman Doidge, neuroscienziato e psicoterapeuta. A chi fosse interessato, consiglio anche la lettura del suo precedente ‘Il cervello infinito’.
“Nel Metodo Feldenkrais si interviene sulle relazioni scheletro-muscoli-sistema nervoso-ambiente: si mette la persona in condizioni di esprimersi al meglio delle sue possibilità. Acquisire una migliore organizzazione delle funzioni spesso elimina i disturbi. L’insegnante Feldenkrais non ha l’intenzione di curare, ma offre all’allievo condizioni di apprendimento che permettono una ripresa generale di crescita e di sviluppo su tutti i piani.
Per Moshe Feldenkrais lo stato di salute è la capacità dinamica di trovare un nuovo equilibrio dopo che un trauma o una malattia hanno rotto il precedente.”
da IL METODO FELDENKRAIS® a cura dell’AIIMF (Associazione Italiana Insegnanti Metodo Feldenkrais)
“Il movimento come strumento al servizio del perfezionamento dell'attività cerebrale”
Myriam Pfeffer, Formatrice internazionale Feldenkrais
Le forme di apprendimento del Metodo sono due, lezioni individuali e lezioni di gruppo
Dalle parole di Moshe Feldenkrais
“Uso due tecniche: una è la manipolazione non verbale di un individuo, e si chiama Integrazione funzionale; l’altra, utilizzata con gruppi di persone di tutte le età, è verbale e si chiama Consapevolezza attraverso il movimento.
Entrambe le tecniche ampliano l’autoconsapevolezza della persona e con ciò conducono a uno stile di vita migliore. Insegnano un sistema metodico (sistema in cui, in genere, ci imbattiamo solo per caso, e molto raramente) di usare al meglio le nostre facoltà. Sono queste facoltà che ci danno il piacere e la voglia di fare.
[…] Nell'insegnamento non verbale uso le mie mani; si tratta quindi di un'esperienza sensomotoria (che avviene nel ‘qui e ora’. N.d.T.) Nei gruppi si ottiene lo stesso risultato con la parola, anche se non nel modo usuale, che è quello di chiedere alle persone di obbedire a delle istruzioni. All'allievo non è richiesta alcuna prestazione; ciò che deve fare è solo concentrare l'attenzione sull'esperienza delle sensazioni corporee che prova nel momento di abbozzare il movimento. Dunque le due tecniche sono entrambe essenzialmente esperienze di tipo tattile cinestesico.
M. Feldenkrais, ‘Il caso di Nora’, Astrolabio ed.
Nelle lezioni di gruppo le parole dell’insegnante sono una guida indicativa, basata anche su domande aperte, che non richiedono né devono avere risposta immediata, poste come semi sparsi nel campo di attenzione dell’allievo.
Come scrive Eugenio Bongioanni ‘Lo scopo della domanda è di creare un’apertura: una risposta chiude l’apertura, la ricchezza delle possibilità’.
Nessuno è tenuto a nulla, la libertà è la maggior generatrice di responsabilità e di felicità.
Nel video seguente un ottimo esempio di com’è strutturata una lezione, nella fattispecie, di gruppo.
Con una velocità nettamente maggiore rispetto ad una normale lezione, l’esimia collega Livia Negri che ringrazio per la splendida sintesi, ci dà modo di vedere in poco più di un minuto i passaggi semplici che ci conducono dalla posizione distesa a quella seduta, senza fatica e in leggerezza.
Tutto ciò si svolge nel tempo di una o più lezioni, perché ogni parte dell’insieme è argomento di sviluppo ed approfondimento, anche secondo le esigenze degli allievi e in tutta calma.
Per chi non conosce il Metodo, il consiglio è quello di non imitare questi movimenti da sé, perché non è banale come può sembrare. Nel caso vogliate provare è bene seguire una tra le diverse lezioni guidate che si trovano in rete, per esempio quelle di Beatrice Porru o Laurent Valter, ottimi e generosi insegnanti. Di certo però non c'è nulla di meglio delle lezioni in presenza, la differenza è come quella tra l'ascoltare un concerto dal vivo e il sentirlo in radiofonia.
Durante le lezioni di gruppo gli allievi muovono sé stessi e ascoltano le proprie percezioni, esplorano in totale serenità le tappe naturali dell’apprendimento che nell’infanzia sono svolte inconsciamente, per tornare poi alle funzioni dell’età adulta in una nuova forma più cosciente; questo attraverso movimenti minimi o un poco più ampi, un’attenzione sia enterocettiva che propriocettiva, e l’immaginazione.
Martin Weiner, trainer Feldenkrais, filosofo e scultore, sulle lezioni di gruppo ‘Consapevolezza attraverso il movimento’
“Se, facendo CAM (lezioni di gruppo), le nostre abilità aumentano e il nostro corpo cambia il modo in cui agisce, è perché abbiamo imparato ad essere consapevoli di nuove sensazioni e di nuove esperienze che si esprimono in una corporeità riconfigurata.”
Martin Weiner, Integrazione Funzionale XVI Convegno Annuale della Feldenkrais Guild del Nord America a NY, 1993.
Da un’intervista a Miryam Pfeffer, la Matriarca, come la definisce Mara Della Pergola in un suo bellissimo, commovente ricordo pubblicato; incredibile donna ed insegnante molto vicina a Feldenkrais, che dagli anni cinquanta ha studiato e vissuto con lui lo sviluppo del Metodo, e ha fatto parte del primo nucleo di allievi in formazione, con tutte le esperienze connesse alla nascita di un’innovazione. Quindi, tra quei primi tredici studenti, è stata una ‘madre fondatrice’ del Metodo; riconosciuta come grande formatrice in tutto il mondo, ha allevato ed è stata amata da generazioni di insegnanti, compresa la mia
“Ciò che ho in mente è consentire alla persona di avere una maggiore conoscenza di sé stessa, di aprirsi e dispiegarsi, e quindi di sviluppare più opzioni. Avendo più opzioni lo studente potrà scegliere.
I vecchi schemi rimangono con noi, ma man mano che trovi nuovi modi di fare, inizi ad avere molte possibilità nel tuo repertorio. Con più possibilità diventiamo più sensibili e consapevoli di quali scelte siano appropriate nella nostra vita. Impariamo a rispondere in modo diverso allo stesso stimolo. Possiamo quindi agire in modi diversi.
Questa è la cosa più importante. Puoi chiamarlo cambiamento, ma diremmo che è più un processo di crescita.”
Myriam Pfeffer, Conversazione in Feldenkrais Journal UK, Ilana Nevill, autunno 1993
La scelta più appropriata può anche sfuggirci se non abbiamo ancora sufficiente profondità di ascolto, ma solo noi possiamo decidere quale sia, e ciò è un bene irrinunciabile. Divenire più sensibili ci mostra che evitare il dolore è possibile e doveroso, rispettando il nostro corpo e lasciando andare il resto, cercando la comodità che nel caso del Metodo non è certo pigrizia.
“Occorre, tra l'altro, la capacità di sentire nel proprio corpo le differenze, cioè di distinguere fra una data sensazione e un'altra molto simile. occorre attenzione con intenzione. Il bambino non vi ‘si esercita’ nel senso in cui lo fa un adulto, cioè ripetendo un'azione allo scopo di migliorarla. L'attenzione del bambino è invece diretta dalla curiosità, che è innata in tutti gli esseri viventi. Nel bambino piccolo la ripetizione è più spesso dovuta al piacere dell'atto e alla sua novità, piuttosto che a una qualche intenzione di migliorarsi.
Tale stato mentale si accompagna a una totale autosoddisfazione, a un intenso interesse, e all'assenza di desideri che mettono tensione nel corpo e nello spirito. Lo stato d'animo semplice (stato d'animo scevro da altre componenti spurie, come possono essere un obiettivo da raggiungere, o una ricompensa o un premio esterno da conseguire. N.d.T.), la postura e il movimento sono le condizioni necessarie per l’apprendimento; e l'apprendimento è anche crescita.
L'ovvio non è sempre semplice o facile da comprendere.”
M. Feldenkrais
Qui tracce interessanti su sistema nervoso e apprendimento scritte da Franca Losi, insegnante e formatrice Feldenkrais, già presidente AIIMF, e tratte dalla prefazione a ‘Il caso di Nora’ di M. Feldenkrais, Astrolabio ed., di cui è anche traduttrice
“Il nostro sistema nervoso è fatto per permetterci di imparare in ogni istante della vita. In realtà impariamo anche quando crediamo di non far niente: se siamo attivi, curiosi, interessati alla vita e compiamo azioni variate e ricche, il nostro comportamento diventerà sempre più complesso e raffinato, e tale sarà anche la nostra intelligenza […]
Quella che in termine tecnico chiamiamo ‘struttura’ assume la forma che la funzione le imprime; ciò vale per lo scheletro, ma anche per molte caratteristiche dei muscoli e del nostro cervello; per converso una struttura meglio organizzata consente funzioni più raffinate e versatili, sicché la struttura rafforza la funzione e viceversa, e il processo continua ad espandersi: la materia organizzata si differenzia sempre più e meglio, e cresce, oppure regredisce e decade a seconda di come viene usata. […]
Poiché il sistema nervoso funziona col criterio del massimo risultato con il minimo sforzo, ciò che non si fa non serve, e quindi viene cancellato.
[…] Per ogni nuovo atto o modo di agire che impariamo, a qualsiasi età, nel nostro sistema nervoso si costituiscono nuovi collegamenti (sinapsi) e nuove differenziazioni: avviene proprio una crescita fisica di processi anatomici, una specializzazione di circuiti neuronali. Anzi, il sistema nervoso (e con esso l'organismo) ha bisogno di continuare ad operare nuove differenziazioni funzionali per mantenersi in buona salute […] succede a tutti e per tutta la vita. Del resto tutte le cellule del nostro corpo, a eccezione dei neuroni, si rinnovano continuamente.
[…] L'apprendimento è ‘scoperta’: se si dà all'allievo il tempo di esplorare e scoprire la soluzione che lui sta cercando, anziché passargli la soluzione preconfezionata, il risultato è indelebile. […] È la differenza che corre tra imparare per ripetizione e condizionamento, come avviene negli animali (e purtroppo a volte anche a scuola) e imparare in virtù dell'intervento della corteccia cerebrale, che è un atto intelligente proprio dell'uomo.”
E un estratto da Eugenio Bongioanni, psicoanalista, insegnante Feldenkrais ed autore
“Una pratica costante del Metodo è in grado di modificare e riplasmare (Neuroplasticità, scoperta da 30 anni ma divinata prima da Moshe Feldenkrais) la mente e l’immagine di sé, come è dimostrato sia dall’esperienza sia dalle più recenti tecniche di fMRI (functional magnetic resonance imaging). Esse hanno permesso di riscontrare un notevole aumento di volume delle cortecce cerebrali prefrontali – aumento del numero di sinapsi; fenomeno identico a quello che si riscontra nelle persone in terapia psicoanalitica.”
E. Bongioanni, Cercando un altro Feldenkrais tra Cabbalà e Psicoanalisi Bioniana
Movimenti eseguiti con il minimo sforzo producono un miglioramento fisico duraturo e nel caso di situazioni patologiche, il lavoro Feldenkrais agisce proprio come nel brano qui riportato dal saggio di Tosi e Del Giudice,
‘Il minimo stimolo nelle terapie corporee’, che prende le mosse dalla fisica quantistica e dalle famose ricerche di Wilhelm Reich per la Bioenergetica. Fondamentale.
“Questo stimolo minimo deve naturalmente avere una pulsazione intrinseca capace di risuonare con la pulsazione dell’organismo in condizioni di sanità. La sua azione determina la crescita per risonanza della capacità di autoriparazione dell’organismo, facendo avvenire tutto ciò all’insaputa della causa patogena che si vede ad un certo punto franare il terreno sotto i piedi. Quanto ora esposto appare come una fantasia ma ad un attento esame si rivela consistente con un certo numero di pratiche terapeutiche.”
La pulsazione intrinseca necessaria di cui parlano gli autori è già nello stile Feldenkrais, perché i movimenti proposti rievocano proprio gli aspetti naturali e sani della prima infanzia che giacciono nella memoria corporea.
Si comprende quindi come il miglioramento posturale e funzionale rappresentino solo una parte degli effetti del processo. In realtà il nostro ‘sistema persona’ elabora le informazioni e le organizza per ottenerne il miglioramento in tutta la sua interezza e per la sua piena realizzazione.
“Le piccole cose? I piccoli momenti? Non sono piccoli.”
Jon Kabat-Zinn, Dovunque tu vada ci sei già
La componente emotiva, per quanto in sottofondo nella pratica del Metodo, ha ovviamente una parte fondamentale nel processo, ma indiretta e subliminale. Tutto avviene in modo spontaneo.
Finché non elaboriamo la capacità di vivere le emozioni nel modo più adatto per noi, la nostra vita è in gran parte governata da esse, anche o proprio quando non ne siamo coscienti; spesso questo impedisce il fiorire dei nostri veri talenti ed ogni buona relazione con noi stessi e col mondo.
Il mondo emozionale è davvero sconfinato, per ognuno esistono sottigliezze di profondità insondabile, un universo meraviglioso e talvolta spaventoso del quale sappiamo ben poco, ma da cui possiamo trarre incredibili benefici e ricchezza di vita attraverso percorsi specifici, dai classici agli eclettici purché seri, scelti su misura delle nostre attitudini.
Peraltro, gran parte dei percorsi che lavorano con mente ed emozioni, come per esempio le psicoterapie, si integrano ottimamente con il nostro poiché esso parte dal substrato fisico che è custode dell’inconscio
“L'abituale percezione di noi stessi, cioè quella che abbiamo nello stato di veglia, di solito non è in grado di capire quanta gioia esista dentro di noi.” D. Chopra, Benessere totale, SKe
Il Metodo raggiunge una buona regolazione emotiva come effetto derivante sia dal cambio di stato cerebrale in relazione a tessuti e sistemi, sia dalla stimolazione della pulsazione naturale di cui parla Reich, che genera senso di sicurezza e piacere diffuso, e muove tutta la gamma delle nostre strabilianti complessità vitali.
Feldenkrais descrive gli effetti emotivi delle sue lezioni individuali
“Gli effetti del mio lavoro cambiano lo stato di inibizione e di eccitazione della corteccia cerebrale, e ciò si riflette nello stato di flaccidità o di contrazione dei muscoli. il contenuto emotivo associato all'atteggiamento corporeo abituale viene così privato del suo substrato materiale, e l'allievo diventa consapevole delle emozioni. Mentre, attraverso la riduzione dell'intensità superflua del tono muscolare, prende coscienza del contenuto emotivo collegato al suo schema corporeo, egli si trova in uno stato di tranquillità e di calma, ed esprime pacatamente i suoi sentimenti. Di solito ciò procura un aumento della sensazione di benessere, che persiste per qualche tempo.
(Si richiama qui la fondamentale unità dell'individuo, di cui si parla ampiamente in ‘Il corpo e il comportamento maturo’. Secondo Feldenkrais, emozione e sentimento, sensazione, schema neuromotorio e pensiero, vengono condizionati insieme, e ci sono occasioni in cui la risoluzione di una data organizzazione tonica abituale permette contemporaneamente di sbloccare l'emozione soggiacente, con cui si è fissata in passato, sicché la persona si libera anche dalle emozioni negative e si sente meglio. N.d.T.)”
E un pezzo davvero importante di Mara Della Pergola, dalle sue esperienze formative con Feldenkrais
“Avevo la sensazione che ci fosse qualcosa di biologicamente molto vero e di sorprendentemente rivoluzionario in quello che lui proponeva, vale a dire la auto consapevolezza che si sviluppa attraverso il movimento. E quel senso di radicamento e di equilibrio dinamico che inconsapevolmente cercavo è sbocciato insieme a molte altre importanti percezioni, generato da quello che sentivo in me stessa mentre mi muovevo ascoltandolo e ascoltandomi, e non unicamente da quello che pensavo e mi dicevo, o dalla elaborazione degli stati d'animo.
[…] Il mio “essere movimento” mi forniva informazioni su me stessa in relazione alle mie intenzioni, ai miei stati d'animo, ai miei desideri, ai miei ricordi, ma anche in relazione all'ambiente e agli altri; e da queste informazioni, che potevano sparire per poi riemergere, si sviluppavano una comprensione e una sensibilità che non sarebbero mai sparite.”
M. Della Pergola, Moshe Feldenkrais e l'integrazione di movimenti, sensazioni, sentimenti e pensieri
Riflessioni Sistemiche n° 26, giugno 2022
Dal sito di Livia Negri, insegnante Feldenkrais e autrice, il brano tratto da uno dei sui articoli da leggere in un sorso
“La vita si arricchisce di significato e ci sentiamo liberi di legittimare i nostri sogni, la nostra immaginazione, la configurazione di nuove possibilità. Pensiamo, sentiamo, sperimentiamo in ogni momento, tenendo desto il cervello, facendo circolare la nostra energia in un flusso. Anche le emozioni fluiscono, non si inceppano nelle tensioni muscolari. Si formano, ma possono sciogliersi con più facilità. È una trasformazione personale, attivata dal nucleo vitale che è il nostro sistema nervoso. Nessun altro metodo a oggi lavora con il movimento in questi termini come lo fa il Metodo Feldenkrais.”
Livia Negri, Feldenkrais, l’allenamento del cervello, April 17, 2017